Disturbi dell'alimentazione

La CBT-E La terapia cognitivo-comportamentale migliorata per i disturbi dell’alimentazione.

I disturbi dell’alimentazione sono tra i più comuni e diffusi e possono portare, se non trattati a gravi problematiche per la salute, interrompendo un normale processo di sviluppo psicofisico.

Questi disturbi insorgono nella maggior parte dei casi nell’adolescenza che possono portare ad un ritardo della crescita, osteoporosi, infertilità, alterazioni della struttura celebrale e altre problematiche legate ai sintomi della malnutrizione, ma anche a problematiche psicologiche come isolamento sociale, depressione, disturbi d’ansia, irritabilità, disturbi ossessivo compulsivi e deterioramento cognitivo.

La CBT-E migliorata di basa sulla teoria Transdiagnostica che è stata sviluppata presso l’università di Oxford da C. Fairburn e colleghi, e considera i disturbi alimentari come un’unica categoria diagnostica e non come disturbi separati. Si è infatti osservato come è molto comune una migrazione tra le diverse categorie diagnostiche dei disturbi dell’alimentazione. Spesso si è visto come chi è affetto da anoressia nervosa per cui adotta una forte restrizione dietetica rigida e non flessibile, la interrompa con episodi di abbuffata. Se questo accade si verifica la migrazione dalla diagnosi di anoressia nervosa a quella di bulimia nervosa o altri disturbi dell’alimentazione.

Si è studiato come i disturbi dell’alimentazione condividano una psicopatologia specifica e nucleare: l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo.  Le persone che sono affette da questi disturbi tendono per cui a giudicare il proprio valore personale in termini di peso e forma del corpo, adottando comportamenti di controllo del peso estremi per aderirvi, come dieta ferrea, esercizio fisico eccessivo, vomito autoindotto, uso improprio di lassativi e diuretici e il raggiungimento e il mantenimento del sottopeso.

La CBT-E è un trattamento individualizzato e collaborativo che non chiede mai al paziente di fare cose che non è d’accordo di eseguire. Il paziente è aiutato a comprendere la funzione psicologica del controllo del peso, della forma del corpo e dell’alimentazione e i danni che comporta.  Nei primi colloqui si cerca di costruire insieme al paziente la formulazione personalizzata che descrive i principali processi di mantenimento del disturbo alimentare, che diverranno successivamente il bersaglio del trattamento.

Solo dopo aver individuato insieme al paziente i problemi da affrontare, si concorderanno con lui, le procedure per affrontare le varie espressioni del disturbo alimentare. Se il paziente non raggiunge la conclusione che c’è un problema da affrontare il trattamento non inizia, ma questo accade di rado.

Uno degli obiettivi della CBT-E è aiutare il paziente a sviluppare un sistema di autovalutazione di sé più ampio e che non dipenda in modo predominante dal peso e dalla forma del corpo.

La CBT-E si svolge in tre passi in cui assieme al paziente, si ragionerà su una comprensione condivisa del disturbo e si concorderanno strategie individualizzate e flessibili per interrompere i meccanismi che lo mantengono.